Percorsi Urbani - Borgo dei Vergini
a cura del Dipartimento Centro Storico e Linea di Costa - Ordine degli Architetti PPC di Napoli e Provincia
Il Dipartimento è un organo consultivo ed operativo del Consiglio dell’Ordine
Coordinatori: archh. Ciro Buono e Renata Picone
1 - PORTA SAN GENNARO - ASSE DI COLLEGAMENTO TRA LA CITTÀ ANTICA DI NEAPOLIS E IL BORGO DEI VERGINI
Evoluzione Urbana
L’asse costituito da Via Fuori Porta San Gennaro – Porta San Gennaro è stato per secoli l’accesso al Borgo dei Vergini.
La Porta che è una delle più antiche della città, è oggi inglobata nel complesso edilizio, che gli è stato costruito intorno. Dopo l'epidemia di peste del 1656, come ex voto, vi fu aggiunta un'edicola affrescata da Mattia Preti.
La porta è l’unica connessione tra la zona dentro le mura della città con quella esterna. Nelle piante storiche sono ben visibili il rapporto stretto con i blocchi edilizi di fronte, che si mantengono sino alla risistemazione di tutto l'asse stradale dal Museo fino all'Albergo dei Poveri e oltre, voluta da Gioacchino Murat nel 1812.
La piazza rimase per tutto il XIX secolo un luogo senza forma né ordine, diventando un luogo ideale per l'allestimento di circhi, fiere ed esposizioni di vario genere.
Interessante è notare che nel PRG di Napoli del 1958 si programma di aprire una nuova strada di penetrazione da Nord, per dare maggiore respiro ed una più funzionale articolazione al quartiere storico….la nuova sistemazione prevista …inizia incidendo sulla edilizia esistente sui lati della Porta….il piano prevede di demolire questi fabbricati e quelli addossati alle mura destinando l’area di risulta a verde ornamentale… A tali proposte il piano associa una accorta bonifica ed altri interventi come due nuove strade, eliminando altre parti edilizie, con l’intento di realizzare un intervento urbanistico che risollevi il grado sociale del quartiere mentre, nell’attesa ritiene prudente e forse indispensabile, vietare qualsiasi costruzione.
La conseguenza degli interventi di fine Otto ed inizio Novecento fu il dissolvimento, la perdita della connessione tra la Porta San Gennaro e la cortina di fronte, che costituisce l’inizio della zona dei Vergini - Sanità, che è parte integrante del centro antico di Napoli.
Progetto
Le aree a Nord della città antica, pur facendo parte del Centro Storico Patrimonio UNESCO, soffrono di uno storico isolamento rispetto al centro cittadino. In particolare, l'asse storico di collegamento che da Porta San Gennaro conduce all'area mercatale di via Vergini e poi nel cuore del Rione Sanità, è stato bruscamente interrotto dalla realizzazione della sistemazione viaria che collega Via Foria con l'incrocio del Museo Archeologico Nazionale (MANN).
La recente sistemazione di Piazza Cavour, in concomitanza con la realizzazione della nuova stazione Museo della linea 1 della Metropolitana, pur relazionandosi al tessuto urbano circostante, non ha tenuto conto di tale importante collegamento, limitandosi a prevedere delle semplici strisce pedonali.
Pertanto il progetto ha ritenuto opportuno realizzare un intervento di pavimentazione e arredo, che ripristini questo asse, privilegiando l'attraversamento pedonale e la fruizione per un'utenza ampliata, rispetto all'intenso traffico carrabile, che interessa questa zona. Prevedendo prevista anche un integrazione dell'illuminazione notturna.
L'intervento non cambia la natura e le caratteristiche della sistemazione attuale, sia per quanto riguarda l'assetto architettonico, che il sistema della viabilità, ma costituirà un arricchimento dell'attuale conformazione ed una sottolineatura dei caratteri storico-urbanistici dell'area.
Gli interventi di arredo, sono stati finalizzati alla realizzazione di punti di sosta, di informazione e di accoglienza turistica.
2 - SALITA STELLA
Evoluzione urbana
Nella pianta Lafrery del 1566, è riportata l’altura compresa tra la via dell’Infrascata, e il primo tratto della futura via Stella, che gira a sinistra per la Salita Stella, che conduceva verso il quartiere Fonseca.
Al centro dell’altura si vede la casa con un giardino recintato della famiglia Di Somma. Scipione Di Somma intorno alla metà dell’500, ritenendo di essere stato guarito da una grave malattia per merito della Madonna di S. Maria della Stella conservata nella chiesa della Misericordia ai Vergini, volle erigere nel recinto del suo giardino, un sacrario in onore della Madonna e un oratorio concesso ai Complanari dell’Ottina della Corte di S. Gennaro.
Nel 1571 cinque padri ebbero il consenso dei Complanari di fondare un monastero dedicato a S. Maria della Stella.
Ma le accresciute necessità dei frati li portarono a cercare un più vasto suolo non lontano dall’antica sede, per edificare nella Valle della Sanità un più ampio convento.
Lo trovarono nella proprietà di Ugo Fonseca, che aveva ereditato nel 1569 un vasto territorio che, dal pianoro di Materdei scendeva verso la Sanità e confinava con la proprietà di Scipione di Somma. Nella veduta Baratta l’area è già quasi tutta sistemata. La chiesa e il monastero di S. Maria della Stella, che si erge su un poggio, diventa l’elemento coordinatore attorno al quale si costruirono gli edifici, il più rilevante dei quali è il palazzo di Mario Carafa duca di Maddaloni.
Nella pianta del Duca di Noja, si rileva che l’area è suddivisa in quattro isole differenti per forma e dimensioni. L’intera urbanizzazione fu condotta dalla famiglia Fonseca. Nel 1862 il convento a seguito dell'emanazione della legge sulla soppressione degli ordini religiosi, fu destinato a caserma dei Carabinieri. Oggi in parte è occupato dalla Caserma Podgora.
L’autoesclusione della struttura monastica con il contesto urbano circostante, nonché le caratteriste orografiche del luogo, hanno portato alla realizzazioni di percorsi di penetrazioni e di accesso all’isola, per mezzo di ripide rampe o gradoni. La discesa di via gradoni a Fonseca e della via Salita Stella, preesistevano all’insediamento del convento, trattandosi di percorsi di confine, che passando lungo salti di quota, avevano funzionato come sede per lo scorrimento delle acque, che provenienti dalla collina, si riversavano nel largo delle Pigne. Le costruzioni che circondarono l’isola conventuale, limitarono il ruolo paesaggistico della piazza e della chiesa, dove nessuna strada conduce direttamente ad essa, e dove solo allontanandosi da essa, si comincia a vedere spuntare tra i tetti delle case la superba facciata e la mole del monastero.
Il tempio venne ricostruito in forme più ampie dal 1578, probabilmente dagli stessi frati dell'Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola.
Dal 1637, sino alla fine del secolo, numerosi architetti parteciparono ai lavori, da Bartolomeo Picchiatti (allievo del Fontana) al figlio Francesco Antonio, che diede inizio all'esecuzione della facciata (in piperno e marmo), ultimata nel 1734 da Domenico Antonio Vaccaro a Giovanni Battista Nauclerio, Marcello Guglielmelli a Ferdinando Sanfelice.
Parte della ricca decorazione interna è andata perduta durante l'incendio nel 1944. L'interno, si presenta a navata unica con cappelle laterali e volta a cassettoni.
Intervento di riqualificazione e arredo
Via Stella costituisce un importante asse di collegamento che da piazza Cavour conduce rapidamente al corso Amedeo di Savoia e costituisce un'alternativa, interna al quartiere, a via S. Teresa degli Scalzi. A poca distanza si trova l'ingresso dell'Istituto Scolastico Froebeliano (ex Convento S. Maria del Rosario) in cui sono presenti locali in uso alla Municipalità 3 per attività culturali. Salendo su via Stella, si incontrano le rampe che conducono a Piazzetta Stella, dove si trovano la Chiesa di S. Maria della Stella (che da il nome al Quartiere) e la Caserma dei Carabinieri, che occupa l'ex Convento.
La scelta di studiare una nuova destinazione d’uso alla piazza Salita Stella, nasce dalla convinzione, che se vogliamo che i turisti visitano il quartiere, siano accolti in uno spazio appositamente allestito, per permettere ad essi, di essere informati sulle caratteristiche urbanistiche, architettoniche, commerciali e di servizio, presenti in esso.
La particolare forma ad imbuto della piazza Salita Stella, si adatta perfettamente a questa idea dell’accoglienza, con la realizzazione in essa, di un punto di sosta con opere a verde, arredi ed illuminazione puntuale.
Il progetto ha organizzato la piazza convogliandone, i potenziali visitatori provenienti sia dal centro storico della città, che dall’adiacente Museo Archeologico Nazionale, che dopo una breve sosta in essa, potranno accedere ad una serie di informazioni turistiche. L’eliminazione del parcheggio dei residenti, e la collocazione di un sistema di piccoli gazebo, di panchine, cartellonistica turistica itinerante, del verde, una rinnovata pavimentazione, una serie di comode rampe, rende il luogo fruibile a tutti, evidenziando l’accesso, alla monumentale chiesa della Stella, agli edifici di pregio, e al quartiere. Il progetto ha risposto appieno a questa nuova destinazione d’uso della piazza.
In questo spazio unico il turista può iniziare a comprendere la stratificazione dei linguaggi architettonici, che ritroverà lungo il percorso di visita al quartiere, dove troverà accostate opere di stile rinascimentale con quelle barocche, comprendendo che questa apparente confusione di stili, non è altro che la continuità creativa, che i nostri artisti hanno saputo in ogni epoca inventare.
3 e 4 - VIA ARENA DELLA SANITÀ - VIA DELLA SANITÀ
Lo slargo che ritroviamo prima della piazza antistante la chiesa di S. Maria alla Sanità si trova nella parte terminale di via della Sanità, sulla quale si affacciano il complesso degli edifici facenti parte dell’impianto dell’area denominata Arena. In essa troviamo il complesso dell’ex ritiro di S. Maria Antesaecula, il palazzo Viviani su Via S. Maria Antesaecula, il Palazzo Terralavoro e Pacifico su Via S. Severo a Capodimonte, e il palazzo Ferrajolo sul largo Sanità. Nella pianta Lafrery (1566) si riconosce la curva della via Arena, mentre la via Antesaecula si interrompe all’altezza del Vico Palma. Il territorio si presenta recinto e privo di costruzioni. Nella pianta del Baratta (1629) il territorio appare già definito urbanisticamente e gli isolati si affacciano sulle tracciate vie che lo compongono, Via Arena, S. Maria Antesaecula, S. Severo, e Vico Palma. Nella pianta del Duca di Noja (1775) si vede la partitura ad isolati che si aprono in alto sulla piazza a forma di imbuto di S. Severo attraversata da Via Maresca, che collega la piazza con la Via Arena. Essa è condizionata dall’attraversamento dal passaggio delle acque meteoriche tanto che, molte costruzione che si affacciano su di essa, non hanno l’ingresso diretto sulla strada ma postico. La mancanza di edifici su Via Maresca, che serviva a convogliare le acque che dalla salita dei Cinesi si immettevano su via Arena, spiegherebbe l’assenza di costruzioni, e la permanenza di vasti giardini, che da Via Maresca raggiungono il Vico Palma. La via di S. Maria Antesaecula è posta più in alto rispetto a Via Arena come si può vedere dalle scale poste al termine del vico Palma. Ciò comportava che, l’afflusso delle acque provenienti da Via Maresca, più che scorrere tendevano a raccogliersi in corrispondenza della curva, creando degli acquitrini, che impedivano la formazione di una forma urbana consolidata. Essa si avrà solo dopo i bombardamenti del 1943, dove la gran parte degli edifici danneggiati vennero abbattuti e ricostruiti in sito.
Intervento di riqualificazione e arredo nello slargo in via Arena alla Sanità
L'asse di via Sanità, in prosecuzione con via Arena Sanità, è una delle strade storiche della Città. Tale tratto compreso tra Palazzo Sanfelice e la Chiesa di S. Maria della Sanità, sempre più frequentato da turisti, e ricco di attività commerciali, è particolarmente penalizzato nel suo percorso pedonale, a causa di una circolazione carrabile a doppio senso di marcia.
I Progetti che si presentano intendono con l’aiuto di fondi europei, di creare un nuovo assetto alla viabilità, che necessariamente dovrà coinvolgere l'intero quartiere. Integrando i recenti lavori di manutenzione stradale, si provvedono interventi puntuali di riqualificazione per migliorare la fruizione dello spazio pubblico posto a poca distanza dalla piazza di S. Maria alla Sanità, da parte dei cittadini.
Gli interventi sono stati localizzati In particolare sullo slargo compreso tra l'ex cinema Felix e l'edificio sede dell'azienda Asia, in un tratto curvo della strada, con la collocazione di sedute, opere a verde e individuazione di percorsi carrabili e aree di sosta, mediante l'utilizzo di dissuasori e segnaletica.